A Castel Viscardo, un piccolo paese dell’Umbria vicino ad Orvieto, ogni giorno si ripetono operazioni e gesti da centinaia di anni: è il processo di realizzazione di mattoni di cotto fatto a mano.

Dopo l’estrazione dell’argilla dal terreno, si addiziona di acqua piovana nella giusta quantità. L’impasto crea una massa uniforme e plasmabile (una consistenza tale da poter essere lavorata manualmente) che viene posta su di un bancone dove un uomo ne prende una porzione e la pone dentro lo stampo in legno o in ferrO a seconda del formato e delle esigenze. Ben compressa manualmente all’interno dello stampo tale da prenderne perfettamente la forma, il manufatto viene adagiato sulla piazza dove resterà fin quando non sarà completamente asciutto.

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La cottura dei mattoni

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Una volta asciutto (perde acqua e ritira di ca. un 10%) il mattone viene raccolto, stipato in pedane metalliche pronto per essere cotti. Una volta raggiunta la quantità sufficiente per fare un’infornata, i mastri fornaciai adoperando particolari tecniche tramandate di padre in figlio posizionano i manufatti all’interno del forno in maniera tale da facilitare la trasmissione del calore all’intera massa dei mattoni, preservandone allo stesso tempo il risultato estetico atteso.

Nella cottura avviene il processo di trasformazione finale. La cottura tradizionale nel forno a legna prevede la costante presenza dell’uomo. Dapprima egli accende un piccolo fuoco nella camera di combustione che viene alimentato a regime minimo per circa 30 ore raggiungendo una temperatura di circa 500°C: questa fase in gergo viene chiamata “tempera“.

A seguire il fuoco sarà alimentato fino a raggiungere in poche ore la temperatura di 1000°C: temperatura che sarà mantenuta costante per altre 30 ore o per lo meno fino a quando l’incandescenza dalla parte bassa del forno attraversa tutta la colonna dei mattoni arrivando fin nella parte alta. Questo “evento” sancisce che i mattoni sono praticamente cotti.

Dopo tre/quattro giorni di raffreddamento i laterizi vengono sfornati e sono pronti per altre lavorazioni o per essere spediti al cliente finale.

Fornace Bernasconi e la produzione di mattoni in cotto fatto a mano

Nella Fornace Bernasconi tutto avviene ancora così come descritto ed “è tutto vero”.

Il mestiere del fornaciaio è tra i più antichi: già in epoca etrusca venivano realizzati prodotti in terracotta, vasellame, statuine, decori etc.

In epoca romana si ha poi il boom del mattone come materiale da costruzione: mattoncini, zoccoli, tegole, realizzate con le stesse tecniche odierne, hanno sfidato i secoli e ci hanno lasciato testimonianza di meraviglie indiscutibili in tutta Europa e nei paesi affacciati sul mediterraneo.

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In un lavoro di ricerca del Prof. Giorgio Filippi viene ricostruita la mappatura delle fornaci che hanno fornito materiali edili, mattoni e coperture per le ville e palazzi romani, attraverso lo studio dei bolli laterizi cioè i timbri impressi sui manufatti, fornaci che trovavano la loro collocazione nelle vicinanze del fiume Tevere.

Castel Viscardo dista appena una decina di chilometri dall’importante porto commerciale romano di Pagliano alla confluenza tra il fiume Paglia e il suddetto Tevere, dove le merci (materiali da costruzione, alimenti, cereali etc.) venivano imbarcati per raggiungere la capitale dell’impero.

Un filo immaginario, attraverso la storia, lega quindi Castel Viscardo ed il territorio limitrofo, alle meraviglie dell’Antica Roma.

La Fornace Bernasconi mantiene viva la tradizione del cotto fatto a mano ed è lieta di accogliere il visitatore o il cliente che desidera raggiungerla. Le porte sono sempre aperte a chiunque voglia essere testimone di un prodotto fatto a mano, cotto a legna utilizzando tecniche e accorgimenti che sono rimasti immutati nel tempo.

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